di Angiolina Petecchia
L’8 marzo è la festa della donna. Questa ricorrenza è nata per ricordare le lotte sociali e politiche che le donne hanno dovuto affrontare affinché il loro ruolo venisse affermato. Tra vari momenti storici delle lotte femminili ricordiamo per esempio:
la rivoluzione francese (1789) in cui si tenta di dare voce all’ingresso delle donne nelle istituzioni sociali la partecipazione massiccia delle donne nel 1848 ai molti rivoluzionari
la formazione dell’associazione delle suffragette – Movimento di emancipazione femminile sviluppatosi nel Regno Unito Metà del XIX sec. Ecc.
Rilevante risulta l’8 marzo del 1911, anno in cui un gruppo di operaie di una industria tessile di New York scioperava da giorni per contestare le loro terribili condizioni di lavoro. Per fermare la protesta, i proprietari dell’azienda avevano bloccato le porte della fabbrica, impedendo alle operaie di uscire. Scoppiò un incendio che generò 134 vittime. Un altro evento storico che dimostra l’impegno delle donne per il riconoscimento dei loro diritti è legato alla Rivoluzione di febbraio in Russia, durante la Prima Guerra Mondiale.
Nella giornata dell’8 marzo 1917 molte operaie russe scesero in strada a protestare contro lo zar. Con lo scoppio della grande guerra si pose fine alla lotta femminista, ma durante il Novecento ci sono state figure femminili rilevanti che hanno lottato tra le quali abbiamo:
Edith Stein (in religione Teresa Benedetta della Croce; Breslavia, 12 ottobre 1891 – Auschwitz, 9 agosto 1942 – monaca cristiana, filosofa e mistica tedesca dell’Ordine delle Carmelitane Scalze, vittima della Shoah. Di origine ebraica
Melania Klein (Vienna, 30 marzo 1882 – Londra, 22 settembre 1960 psicoanalista austriaca-britannica. Sostenitrice del principio che La donna possiede la stessa ricchezza maschile
Simone de Beauvoir (Parigi, 9 gennaio 1908– Parigi, 14 aprile 1986), scrittrice, saggista, filosofa, insegnante e femminista francese che ha combattuto le differenze sessuali in nome dell’egualitarismo.
Nella Storia dell’Arte
Anche la storia dell’arte è stata caratterizzata dalla presenza di figure femminile che hanno segnato tappe importanti tra queste ricordiamo alcune:
SOFONISBA ANGUISSOLA (Cremona- Febbraio – 1532 Palermo 16 novembre 1629) Pittrice rinascimentale. Fu una delle prime esponenti della pittura europea al pari di altre
ROSALBA CARRERA (Venezia-7- Ottobre – 1675 Venezia-1757) Pittrice e ritrattista, tra le più note del Settecento
BERTHE MORISOT (Bourges 1 Gennaio181 Parigi 2 Marzo1895) dovette lottare contro chi trovava disdicevole per una donna la professione di pittrice.
TAMARA DE LEMPIKA (Varsavia16 Maggio 1898 -Cuernavaca 18 Marzo1980 Polacca) Appartenente all’art dèco – (1919- 1930) Arti decorative moda- arti visive. Emblema della donna indipendente che si è affermata
FRIDA KAHLO (Coyoacàn 6 luglio1907 Coyoacòn 13 luglio195) Messicana è stata tra le più amate e conosciute al mondo. Un grande esempio di forza e di creatività.
GINA PANE (Biarritz 2 Maggio 1939 Parigi5 Marzo 1990) francese vissuta in Italia. Esponente della performance e della body art fin dai primi anni della sua carriera
REBECCA HORN (Michelstadt 2 Marzo 19) scultrice e regista tedesca, famosa soprattutto per le sue estensioni corporali
FRANCESCA WOODMAN fotografa statunitense, 1958 e scomparsa prematuramente nel 1981. Concentrò la sua attenzione sul suo corpo e su ciò che lo circondava, fino ad ottenere quasi un’astrazione
VANESSA BEECROFT (Genova 25 Aprile1969) Ha Realizzato performance, utilizzando il corpo di giovani donne più o scacchiera invisibile, con opportuni commenti musicali o con il variare delle luci. Ecc.
ARTEMISIA GENTILESCHI (Roma, 8 luglio 1593 – Napoli 31- gennaio 1654)
La prima donna della storia ad ottenere l’ammissione all’Accademia delle Arti del Disegno. Rappresenta il riscatto delle donne. Pittrice italiana di scuola caravaggesca. Col suo grande carisma, non soltanto è stata capace di diventare una grande pittrice, ma ha rappresentato l’eterno simbolo di una emancipazione culturale femminile.
LEI è il simbolo del genio artistico, ma anche della forza e fierezza delle donne, della capacità di autonomia e ribellione. Ha vissuto in un secolo buio per le donne, il Seicento della Controriforma. Grazie al grande critico e storico dell’arte Roberto Longhi è stata tolta dall’oblio intorno alla metà del Novecento. Innalzata dalle femministe nel pantheon delle loro eroine. Artemisia è una artista straordinaria e donna di temperamento. E’ vista come un’antesignana dell’affermazione del talento femminile, dotata di un carattere e una volontà unica. Si è avvicinata, ancora bambina, alla pittura. Il percorso biografico della pittrice si è dipanato in una società dove la donna spesso rivestiva un ruolo subalterno, e quindi miseramente perdente. Ella dovette fronteggiare un numero impressionante degli ostacoli e impedimenti. Nonostante ciò, Artemisia ha dato brillantemente prova della sua indole fiera e risoluta e ha saputo far fruttare il proprio talento, riscuotendo in breve tempo un successo immediato.
Solo il fuoco dell’arte e del coraggio ha permesso ad Artemisia di varcare la soglia sociale, di trasmutare l’ispirazione artistica in una vera e propria esperienza spirituale in cui la visione personale si è dissolta in una narrazione di ampio respiro che abbraccia l’esperienza universale, conducendoci in un viaggio di scoperta che ha avuto il potere di scuotere le coscienze anestetizzate e che è riuscita a cambiare profondamente i paradigmi culturali dell’arte.
I TEMI
che ha rappresentato sono stati: Madonne, Muse, ninfe maliziose e seducenti Dame altere e potenti Antiche regine -Cleopatra- Peccatrici -Maddalena- Allegorie della pittura, della musica, della pace, della retorica, della fama Guerriere bibliche.
Le protagoniste della sua pittura, sono dunque donne d’azione, volitive e decise nei loro propositi. Ogni scelta creativa è diventata modello di testimonianza della sua tragica vicenda personale che la condannò a subire, a soli 18 anni lo stupro. Secondo Nicola Spinosa dobbiamo allontanarci dalla visione romantica e romanzata che delinea Artemisia e sposare l’immagine di donna che, vittima di soprusi ha vestito i panni delle sue eroine per riscattarsi dalle difficoltà della vita.
Ha portato con sé un bagaglio di esperienze tormentate e sofferte e un percorso travagliato di affermazione personale, di cui le opere sono diventate specchio di uno struggente emblema figurativo. Artemisia Gentileschi non è solo questo.
In lei vediamo la voglia di riscatto, ma soprattutto non è rimasta ai margini, a guardare da lontano il mondo a cui voleva appartenere, ma si è messa in gioco,cercando il confronto con quegli uomini da cui, oltre che fuggire, poteva apprendere. E’ riuscita a creare un linguaggio pittorico dotato di una forza espressiva.
Per LEI l’Arte è stata un luogo privilegiato in cui il suo ESSERE si è rivelato e la sua luce, fondendosi con la materia pittorica ha saputo fare emergere il significato mistico e divino.
opere
Il suo riscatto sociale è presente nelle sue opere in cui la figura femminile è predominante per esempio;
Clio – 1632-127×97 olio su tela Palazzo Giuli Rosselmini –Gualandi- Pisa.
Personaggio appartenente alla mitologia greca. Musa prima della poesia epica e poi della storia. Artemisia la rappresenta con abiti lussuosi, con una mano poggiata sul fianco, con un fare spavaldo e regale e con lo sguardo rivolto verso l’alto. Ha una corona d’alloro, simbolo di immortalità. Con una tromba in mano, simbolo della fama. Identificazione dell’artista che ha raggiunto gloria e celebrità.

Allegoria della Pittura- 1638-1639-olio-su-tela-98,6×75,2-Londra-Kensington-PalaceI

In questa opera l’artista ha rispettato i canoni iconografici previsti. Abbiamo una donna bella, con i capelli “neri e grossi” con Il vestito e un “drappo cangiante”. Al collo pende un medaglione con la catenella inanellata con una maschera e la scritta “Imitatio”, perché l’imitazione è riferita alla pittura. In mano tiene una tavolozza e un pennello, le sue sopracciglia sono inarcate a mostrare “pensieri fantastici.”
Cleopatra olio su tela (97×71,5 cm) 1620 Collezione della Fondazione Cavallini Sgarbi Ferrara Inizialmente attributo a Guido Cagnacci

Rappresenta la regina di d’Egitto. Donna dotata di un grande fascino. E ’rappresentato il momento che precede l’atto risolutivo. Sembra voler gettare via il serpente, trattenuto nel pugno da una parte, dall’altra invece, lo accosta per riceverne il morso. La figura della donna si presenta scomposta e con un corpo plastico. Cleopatra compie il suo gesto estremo per non cadere nelle mani del nemico.Il suo volto è corrucciato e si contrappone alla morbidezza delle carni e delle vesti. L’artista ha voluto evidenziato la forza eroica della regina e nello stesso tempo l’orgoglio delle donne.