Sandro Botticelli – 1475
di Angiolina Petecchia – critica e storica dell’arte
Prendiamo in considerazione l’Adorazione dei Magi di Alessandro Filipepi (Firenze1445-1510) detto Sandro Botticelli il quale iniziò la sua carriera come orafo. Nel 1473 entrò al servizio dei Medici e cominciò a partecipare alla vita di corte fiorentina.
La sua arte è caratterizzata da un’eleganza di linee, da un’armonia velata di malinconia e da un’inquieta ricerca a carattere mistico. A questa fase appartengono le cento incisioni che illustrano la Divina Commedia di Dante Alighieri.
Il misticismo presente nelle sue iconografie è influenzato dalle idee del Savonarola, appartenente all’ordine dei domenicani, sostenitore del modello teocratico e considerato eretico. Infatti le immagini realizzate da Botticelli, in questo periodo 1490 -1497, evidenziano la materialità dolorosa dell’esistenza e le linee utilizzate risultano convulse e spezzate
Inoltre il pittore, ha assorbito anche la cultura neoplatonica che circolava nell’ambito della corte medicea grazie alla presenza di Pico della Mirandola e Marsiglio Ficino e di altri neoplatonici che hanno favorito un processo di laicizzazione della sua poetica. I paladini della filosofia neoplatonica riuscirono a colmare con il loro apporto ideologico la frattura che si era venuta a creare tra i primi sostenitori del movimento umanista e la religione cristiana, che condannava l’antichità, in quanto ritenuta pagana. I neoplatonici hanno riproposto le “virtù degli antichi come modello etico” della vita civile e ciò ha favorito la conciliazione degli ideali cristiani con quelli della cultura classica. I fautori del neoplatonismo si sono ispirati alle correnti di misticismo tardo-pagano, proponendo i temi della bellezza e dell’amore, concepiti come i pilastri centrali che spingono l’uomo a coltivare l’amore e la bellezza ideale, veicoli che conducono gli esseri umani a liberarsi dalla dimensione materica e ad elevarsi alla spiritualità. Nell’apparato iconografico del pittore l’ideologia neoplatonica permane e notiamo come, contrapponendo l’idea di imperfezione della materia, egli sia riuscito a rendere visibile il nuovo ideale di perfezione divina la quale è raggiungibile attraverso un processo di razionalizzazione che ci permette di conquistare la sfera contemplativa.
Adorazione dei Magi 1475
111 x 134 cm Tempera su tavola
Galleria degli Uffizi, Firenze

L’opera è stata commissionata da Gaspare de Lama, un ricco banchiere fiorentino per decorare la sua cappella funebre che si trova all’interno della chiesa di Santa Maria Novella. Nell’opera, il committente è raffigurato nel gruppo di destra, vestito di azzurro con capelli bianchi corti.
Botticelli ha scelto nella rappresentazione del tema uno stile innovativo che verrà ripreso poi da Leonardo da Vinci e da Filippino Lippi, ponendo al centro la casupola con la Sacra famiglia, mentre gli altri personaggi sono disposti ai lati. La scena è ambientata in una capanna in rovina che attesta la caduta del paganesimo e il sorgere del Cristianesimo, testimoniato dalla nascita di Gesù.
In alto, è collocata Maria col Bambino seduta e vegliata da San Giuseppe posto sulla sinistra e appoggiato ad una roccia che osserva la scena. Il Santo indossa un abito blu scuro coperto da un ampio mantello ocra. Accanto a lui sono collocati sulla pietra alcuni oggetti.

Maria è in atto di porgere Gesù Bambino ai Magi; uno anziano, con i capelli corti e grigi, con un abito nero riccamente ricamato con fili d’oro sulle spalle e sulla schiena.Maria è in atto di porgere Gesù Bambino ai Magi; uno anziano, con i capelli corti e grigi, con un abito nero riccamente ricamato con fili d’oro sulle spalle e sulla schiena.Maria è in atto di porgere Gesù Bambino ai Magi; uno anziano, con i capelli corti e grigi, con un abito nero riccamente ricamato con fili d’oro sulle spalle e sulla schiena.

l’altro di età matura, inginocchiato ai piedi della Vergine, nel vaso offre l’incenso che si trova al centro del dipinto e il più giovane, con la corona dorata depositata ai suoi piedi e con la mano tiene il vaso contenente della mirra.
I tre Magi, dopo studi approfonditi, sono stati identificati come Cosimo de’ Medici ed i suoi figli: Piero il Gottoso raffigurato col mantello rosso foderato d’ermellino e Giovanni

Nell’opera l’artista ha raffigurato i membri della famiglia medicea, con l’intento di voler storicizzare l’albero genealogico di questi famosi mecenati fiorentini, detentori del potere economico ed artistico. La loro disposizione sembra seguire un criterio gerarchico. All’interno dell’opera Botticelli si autoritrae con un ampio mantello arancione e con lo sguardo verso lo spettatore. Questa modalità operativa è stata introdotta per la prima volta da Masaccio, per rendere contemporanea l’opera e per testimoniare la presenza dell’artista.

All’interno del dipinto, oltre alla famiglia dei medici troviamo il poeta Agnolo Poliziano e il filosofo Giovanni Pico della Mirandola, e altri dignitari che osservano la scena.

Nell’opera è presente un’atmosfera irreale, quasi fiabesca. La gamma di colori utilizzata, tende fondamentalmente all’oro e richiama la luce del crepuscolo.
Stilisticamente tutti i personaggi presentano un’espressione malinconica. L’aspetto religioso è messo in rilievo dalla posizione delle mani dei personaggi e dai loro atteggiamenti che rivelano una profonda emozione, venerazione e contemplazione del mistero divino davanti a cui si trovano.
L’opera può essere concepita come il predominio della cristianità sorta tra le rovine del paganesimo. Il tutto suggerisce la continuità tra filosofia antica e cristiana.
Dietro di loro si trova Lorenzo de’ Medici, con una lunga veste bianca e una berretta come cappello, sul lato opposto in posizione simmetrica, suo fratello minore Giuliano ritratto col vestito corto nero e rosso bordato d’oro. A sinistra, in primo piano con la veste bianca corta è raffigurato con un’espressione pensosa, Lorenzo o Giuliano. All’estrema destra il giovane che guarda verso spettatore, con un ampio mantello arancione, sarebbe un l’intervento dell’artista. autoritratto dello stesso Botticelli.
L’Epifania
Il 6 gennaio, secondo il culto cristiano, si celebra una festività molto importante: l’Epifania. Giorno in cui il Bambino Gesù si rende manifesto ai Magi i quali, giunti da un lontano e indefinito oriente, seguendo la Stella Cometa, intrapresero il loro viaggio verso Gerusalemme. Il primo a formulare delle ipotesi sulla stella dei Magi e considerarla una brillante cometa fu Origene, un teologo alessandrino, vissuto nel III secolo.
La cometa comincia ad essere presente, nell’ambito artistico con Giotto, il quale rimase affascinato dal passaggio della cometa di Halley del 1301 ed immortalò l’evento nella rappresentazione della Natività, presente in uno degli affreschi della Cappella degli Scrovegni a Padova (1304).
La stella, che ha guidato i sapienti, non è legata a fenomeni astrofisici, ma assurge a un significato religioso, nel senso che riveste un ruolo messianico, in quanto rimanda alla divina regalità del Bambino Gesù.
L’unico a parlare dei Magi è l’evangelista Matteo, il quale non accenna alla loro regalità, non li descrive, non ci offre dettagli sulla loro identità e non specifica il numero.
In assenza di dati precisi di origine evangelica la loro immagine, nel corso del tempo, ha subito, grazie all’apporto della letteratura apocrifa e al dibattito esegetico, considerazioni varie in merito al loro significato simbolico.
Generalmente i Magi vengono visti, non come dei personaggi dotati di poteri soprannaturali, ma come studiosi di astrologia e di astronomia.
I loro nomi li conosciamo attraverso l’agiografia. La tradizione cristiana volle identificarli come Melchiorre, re di Persia e re della luce, Gasparre, re d’Arabia e come colui che ha conquistato la luce, vista come fonte di conoscenza magica incommensurabile; Baldassarre, re dell’India e protetto dal Signore.
I Magi nella iconografia artistica vengono raffigurati nell’atteggiamento di reverenza e sono disposti in fila indiana, in atto di porgere i loro doni al Bambino che giace in grembo alla madre.
Inizialmente essi vengono rappresentati con abiti di provenienza orientale. In seguito i loro costumi subirono dei cambiamenti per assumere connotati regali. Ciò fu sostenuto anche dai Padri della Chiesa e rafforzato soprattutto dalla profezia di Isaia il quale affermò:” Ti siano portati i tesori delle nazioni e ti siano condotti dai loro re”.
A partire dal XIII secolo uno dei tre Magi assunse caratteristiche somatiche africane. Si introdusse la presenza del re moro, legata all’idea che i Magi rappresenterebbero le tre razze umane discendenti di Noè. Un’altra caratteristica molto antica legata alla
presenza di questi misteriosi personaggi è che essi indicherebbero le tre età dell’uomo: giovinezza, età matura e vecchiaia.
I doni offerti dai Magi hanno un significato simbolico:
– L’oro può essere indicato da una corona o da un piccolo mucchio di monete.
Indica la regalità del Salvatore ed anche la Fede
– L’incenso può essere suggerito da una pisside o da piccoli globi.
Esso è la testimonianza della Divinità del Bambino
– La mirra rappresentata da un vaso, da una coppa o da due ampolline
Essa fa riferimento alla resina profumata utilizzata nel culto dei morti.
Tali doni assumono anche altri significati ad esempio:
- cristologico – numero tre (Trinità)
- teologico (Doppia natura di Cristo umana -mirra e divina incenso e oro).
Tutta la produzione letteraria sui Magi ha contribuito ad aumentare la loro popolarità e il loro culto divenne per molti pittori, scultori e miniaturisti fonte di ispirazione.
Il tema dell’Adorazione dei Magi è stato trattato soprattutto dai pittori del Trecento e del Quattrocento e in particolare dagli artisti tardogotici. I tre Sapienti, in alcune opere d’arte divennero simbolo di dominio e di legittimazione del potere. Questo favorì la laicizzazione iconografica, la quale fu diffusa nella committenza artistica dei sovrani e delle famiglie aristocratiche. Infatti saranno i pittori rinascimentali ad attualizzare questo tipo di rappresentazione.
Una risposta su “Adorazione dei Magi”
Molto razionale e completo! Un piacere leggerlo
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